Saturday, February 10, 2007

radio marti, ovvero l'ontologia dell'essere piccoli, potere ai piccoli


Radio Marti riprende le trasmissioni.

La redazione con coscienziosa, cosciente indolenza non lascia trapelare indiscrezioni riguardo a come si dipanerà il palinsesto, si limita a certificare che la trasmissione fluirà in assoluta e anarchica discontinuità, rumors sostengono che si desideri ridestare l'antico e sopito ricordo di networks che a singhiozzi irregolari trasmettevano segnali in modo arbitrariamente umorale.

Detesto parlare di me, detesto farlo in modo non privato, non detesto la mia persona, neppure la apprezzo particolarmente, vivo un rapporto di cordiale tolleranza con la mia sfera emozionale, un conoscente con cui scambiare brevi battute nell'attesa che l'ascensore giunga a destinazione, ci si possa scambiare un liberatorio saluto di sfuggita e proseguire per la propria via, non vado mai correre da solo senza il supporto di un ipod, vi siete mai sentiti tediati da voi stessi?
Dalla disconnessione di un pensiero, sconnesso quanto il fondo stradale che state percorrendo, un pensiero che nasce in modo razionale per poi deviare incontrovertibilmente appena affrontata una curva e poi una esse o al semplice mutare di un paesaggio?
Un piccolo insignificante evento, la musica, talvolta la lettura, sopra tutto il jazz, si arrogano il ruolo di deus ex machina e fanno si che queste emozioni prendano maggiore forma e consistenza, l'appagamento sonoro impedisca di lasciarle nell'angolo più celato e polveroso di un cassetto, sotto al pattume di ricordi inutili e ingialliti, e il viaggio in ascensore assuma le sembianze di un quadro di Francis Bacon.
Ho osservato con distanza e asetticità piccoli operai in un angusto e malfamato porticciolo mentre si affannavano a scaricare pesanti containers di cattivi, mal architettati gestiti pensieri, prodotti che almeno per ora risparmierò a sventurati consumatori di blogs, peggio di tutto questo, forse vi domanderete.
Rispondo con un impercettibile cenno del capo.
Ora potreste cortesemente tornare a inizio post e, utilizzate pure il cursore per tornare a capo della pagina, rileggere questo capitolo coccolati da Elusive di Scott Matthews?
Affrettatevi, usate tutti i trucchi a vostra disposizione, la canzone dura solo 3 minuti e 38 secondi, piccolo esercizio di lettura rapida, o di lettura confusa.
Non sono però ancora del tutto soddisfatto, togliete quell'espressione dal vostro volto, se anche solo marginalmente è rilevante il concetto di immedesimazione del lettore dovreste seguire le mie istruzioni, almeno fino a quando non mettano a repentaglio la vostra incolumità, all'ultima fattispecie lavoreremo con calma, per passi brevi e felpati.
Se inconscientemente vi siete fidati di me, ascoltate Army of Me di Bjork senza perdere di vista l'opera di Bacon...
Grazie per la vostra attenzione.

Good Night and Good Luck.

1 comment:

Giulia K. (aka MeiMei) said...

ma ti ricordi quando alla Tate non c'erano i quadri di Bacon perchè erano in giro per mostre? Era la Tate? ho la memoria di un paramecio.