Saturday, October 13, 2007

Stranezze

Malicidio (malicidium, in latino) è un termine introdotto da Bernardo di Chiaravalle per indicare l'omicidio di un non cristiano in guerra, quando non vi sia altro mezzo per impedire il male che commette.
Bernardo, riprendendo il concetto di «guerra giusta» introdotto da sant'Agostino, teorizza che l'uccisione di un malfattore o di un pagano ostile non deve essere considerata come un omicidio (vietato dal V Comandamento), ma come un «malicidio», ovvero come l'estirpazione di un male. Il pagano da sopprimere doveva essere eliminato in quanto portatore di un Male assoluto e irredimibile, ma restava degno di amore per la sua umanità.

Uccidere un infedele diventava dunque, nella concezione di Bernardo, un servizio meritevole reso alla causa divina. Citando lo stesso Bernardo:

«Il Cavaliere di Cristo uccide in piena coscienza e muore tranquillo: morendo si salva, uccidendo lavora per il Cristo».
E ancora: «Egli» [il soldato di Cristo, ndr] «è strumento di Dio per la punizione dei malfattori e per la difesa dei giusti. Invero, quando egli uccide un malfattore, non commette omicidi, ma malicidio, e può essere considerato il carnefice autorizzato di Cristo contro i malvagi.»

Tuttavia, secondo Bernardo, non è lecito uccidere il male nell'infedele (e l'infedele stesso) se prima non si è «ucciso» il male in sé stesso. In questo modo, la crociata diviene nell'ideologia cattolica medievale un momento ascetico e penitenziale del guerriero stesso. Bernardo si dichiara in ogni caso contrario alla coercizione per forzare la conversione gli infedeli, e giustifica la violenza solo come mezzo estremo di difesa, dichiarando che «Non si dovrebbero uccidere neppure i pagani qualora ci fosse una maniera diversa per impedir loro di opprimere i fedeli.»


Religiosamente vostro,
The King

3 comments:

Anonymous said...

Sabato andrei volentieri all'outlet di Serravalle a uccidere degli infedeli...

Re_Fuso said...

Lucido l'armatura e la spada e vengo anche io :)

Anonymous said...

La diarrea è un disturbo della defecazione caratterizzato da un aumento dell'emissione della quantità giornaliera di feci (in genere >200 g) con diminuzione della loro consistenza e da un aumento della frequenza di scarica dell'alvo.