Ci sono giornate in cui apri gli occhi e hai coscienza che non dovresti alzarti dal letto, con spietata rapidità e determinazione trovare il coraggio di girarti dall’altro lato e lasciare che scorrano via.
Ci sono giornate che non dovrebbero iniziare, perché nell’era della tecnologia non siamo ancora dotati di un aggeggio che ci consenta di destarci e decidere arbitrariamente di by-passare la giornata ed i suoi eventi, rischiando sempre in modo arbitrario, ma del tutto cosciente, di non concedere a nessun potenziale evento di renderla meno spossante o inutile, persino felice?
E se cambiassi idea, non ti preoccupare, urla fino a non aver più voce: “supporto tecnologico”
Non preoccupatevi, nulla di che, nulla di davvero importante, nulla che mi vada davvero di divulgare, un piccolo sfogo perchè il cassetto, troppo piccolo, non lo riesce a contenere.
Non capisco perchè quando mi sento sotto pressione giungono ineluttabilmente situazioni che amplificano la mia condizione; non si tratta di predisposizione all’elaborazione di stimoli omogenei ma di come la più banale somma di fattori, tra loro non concatenati, determini un risultato diverso da quello previsto, non per un mero errore computistico ma per il sopraggiungere di accidenti, non previsti né prevedibili, che mutano l’oggetto dell’osservazione.
2+2=5
E chi mi presta gli occhiali a raggi X che vendevano su Postal market così che io possa leggere ciò che la formula cela?
2+2[+1]=5.
Forse semplicemente vivere bene con coloro che ci circondano non significa vivere bene con sé stessi, forse proprio quando si verifica la prima condizione allora dovrei fare due passi indietro, avvicinarmi allo scaffale di libri che gelosamente contiene Saramago, Celine, Pessoa e Riechler sbattere spalle al muro le idee che mi frullano in testa e cercare di ordinarle.
La mattinata è cominciata male, nel preciso istante in cui ho aperto gli occhi ed ascoltato le prime parole che mi venivano proferite, non rabbiose, semplicemente didascaliche, in quell’istante il mio piede si avvicinava al suolo, ostacolato da una forza misteriosa ma potente, nemmeno stessi simulando l’impresa di Neil Armstrong, forse si tratta della summa derivante dal tentativo di organizzazione delle informazioni, comprese abbondanti divagazioni fuori tema .
Poco male, tra un’oretta circa sarò al Santo Stefano, sorseggerò un mojito, fumerò troppo e mi contornerò di persone che mi rendono sereno e tranquillo, lascerò dietro di me ciò che mi turba, cervello in modalità off line.
E se mi conoscessi poco e dovessimo scambiare qualche battuta non chiedermi perché sono sempre sorridente a meno che non desideri sentire la mia risposta classica, “eh sai, sono ottuso!!”
Grazie per la vostra attenzione.
Good Night and Good Luck
Playlist del giorno: Charlie Haden & Kenny Barron – Night & The City, osserva la copertina e comincia a sognare, Keith Jarrett – Sun Bear Concerts – Osaka, viaggio in una mente geniale e lacerata, Charles Mingus – Mingus Ah Um, il cd di cui non potrei mai fare a meno.
Ci sono giornate che non dovrebbero iniziare, perché nell’era della tecnologia non siamo ancora dotati di un aggeggio che ci consenta di destarci e decidere arbitrariamente di by-passare la giornata ed i suoi eventi, rischiando sempre in modo arbitrario, ma del tutto cosciente, di non concedere a nessun potenziale evento di renderla meno spossante o inutile, persino felice?
E se cambiassi idea, non ti preoccupare, urla fino a non aver più voce: “supporto tecnologico”
Non preoccupatevi, nulla di che, nulla di davvero importante, nulla che mi vada davvero di divulgare, un piccolo sfogo perchè il cassetto, troppo piccolo, non lo riesce a contenere.
Non capisco perchè quando mi sento sotto pressione giungono ineluttabilmente situazioni che amplificano la mia condizione; non si tratta di predisposizione all’elaborazione di stimoli omogenei ma di come la più banale somma di fattori, tra loro non concatenati, determini un risultato diverso da quello previsto, non per un mero errore computistico ma per il sopraggiungere di accidenti, non previsti né prevedibili, che mutano l’oggetto dell’osservazione.
2+2=5
E chi mi presta gli occhiali a raggi X che vendevano su Postal market così che io possa leggere ciò che la formula cela?
2+2[+1]=5.
Forse semplicemente vivere bene con coloro che ci circondano non significa vivere bene con sé stessi, forse proprio quando si verifica la prima condizione allora dovrei fare due passi indietro, avvicinarmi allo scaffale di libri che gelosamente contiene Saramago, Celine, Pessoa e Riechler sbattere spalle al muro le idee che mi frullano in testa e cercare di ordinarle.
La mattinata è cominciata male, nel preciso istante in cui ho aperto gli occhi ed ascoltato le prime parole che mi venivano proferite, non rabbiose, semplicemente didascaliche, in quell’istante il mio piede si avvicinava al suolo, ostacolato da una forza misteriosa ma potente, nemmeno stessi simulando l’impresa di Neil Armstrong, forse si tratta della summa derivante dal tentativo di organizzazione delle informazioni, comprese abbondanti divagazioni fuori tema .
Poco male, tra un’oretta circa sarò al Santo Stefano, sorseggerò un mojito, fumerò troppo e mi contornerò di persone che mi rendono sereno e tranquillo, lascerò dietro di me ciò che mi turba, cervello in modalità off line.
E se mi conoscessi poco e dovessimo scambiare qualche battuta non chiedermi perché sono sempre sorridente a meno che non desideri sentire la mia risposta classica, “eh sai, sono ottuso!!”
Grazie per la vostra attenzione.
Good Night and Good Luck
Playlist del giorno: Charlie Haden & Kenny Barron – Night & The City, osserva la copertina e comincia a sognare, Keith Jarrett – Sun Bear Concerts – Osaka, viaggio in una mente geniale e lacerata, Charles Mingus – Mingus Ah Um, il cd di cui non potrei mai fare a meno.